La Leggenda della bella Galiano

Set 26 2016

La Leggenda della bella Galiano

La leggenda della bella Galiana è molto diffusa nella cultura popolare cittadina e trova le sue origini nel mito della fondazione di Viterbo. I Troviani, sbarcati sulle coste dell’Alto Lazio dopo la distruzione della loro città fondarono Viterbo.
Fù una scrofa bianca che indicò il punto dove avrebbero dovuto fondare Viterbo. Come segno di riconoscenza ogni anno, seguendo il volere degli dei i cittadini avrebbero dovuto dare in sacrificio una giovane ragazza in pasto alla belva mentre la popolazione assisteva da una certa distanza al rito.

Quando vene sorteggiata la bella Galiana, giovane avvenente di una bellezza incomparabile
provocò un certo dolore e sgomento nella popolazione. Sul luogo del sacrificio mentre Galiana era pronta per essere divorata dalla belva uscì dal bosco un leone che dilaniò con quattro terribili colpi dei suoi artigli la scrofa cambiando cosi il destino della giovane virtuosa.
In segno di riconscenza per il gesto compiuto venne istituita l’immagine del leone con accanto la pelle bianca della scrofa con le quattro macchie rosse delle ferite poste in croce come emblema civico.
Fu costruita una cappella votiva intitolata alla Madonna della Scrofa Nel luogo della liberazione dal sacrificio, divenuta poi Madonna del Soccorso e sullo stesso masso del sacrificio venne scolpita la scena.

Questo episodio accrebbe la fama della bella Galiana, molti cavalieri arrivarono in città per chiederla in sposa, Ma Galiana, la quale, fidanzata con un giovane contadino chiamato Marco, respingeva ogni proposta, anche se avanzata da nobili.
Anche Giovanni de vico, esponente di una potente famiglia prefettizia di Roma si recò a Viterbo per chiederla in sposa con con l’unico risultato di sentirsi riferire che la ragazza non gradiva la sua corte.
Dopo essere stato più volte respinto decise di rapire la ragazza e una notte di pioggia getto una fune nella camera della bella per rapirla. Con l’aiuto dei suoi concittadini mise sotto assedio Viterbo, pretendendo la consegna della ragazza. La città resistette eroicamente, fino a quando il pretendente respinto fu ferito, sul letto di morte chiese di poter vedere Galiana per almeno una volta.
La ragazza si affacciò dalle mura cittadine, ma per ordine del principe, un arciere la trafisse alla gola, dalla ferita sgorgarono sangue e vino..

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