Scoperta al museo etrusco di Villa Giulia , l'elmo dei due guerrieri Del IV sec. a.C., iscrizione decifrata a 90 anni da ritrovamento

Gen 03 2022

Scoperta al museo etrusco di Villa Giulia , l’elmo dei due guerrieri Del IV sec. a.C., iscrizione decifrata a 90 anni da ritrovamento

Grazie all’etruscologo Valentino Nizzo e al suo staff A novant’anni dal ritrovamento,è stata scoperta un’iscrizione forgiata nel bronzo risalente alla metà del IV secolo a.C. per un soldato locale, forse un mercenario.

Questa interpretazione apre uno squarcio di grande suggestione su un frammento di vita di 2400 anni fa. “Una storia rimasta nascosta sotto gli occhi di tutti” spiega  l’etruscologo Valentino Nizzo, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Perché il magico e anche il paradosso di questa scoperta, racconta, è che sia avvenuta proprio all’interno del museo, dove l’elmo in questione era esposto già dal 1935. Solo che nessuno aveva notato quanto era stato inciso al suo interno, un particolare che rende questo reperto estremamente importante e raro, visto che in tutto il mondo – se si eccettua un deposito rituale di 150 elmi rinvenuto a Vetulonia all’inizio del ‘900 con almeno 60 esemplari tutti contraddistinti dal medesimo nome gentilizio – sono circa 10 le armi di questo tipo documentate in ambito etrusco e italico tra il VI e il III secolo a.C.
Tutto è cominciato nel 2019, racconta Nizzo, con una richiesta di studio per la digitalizzazione 3d di armi antiche condotta da un team neozelandese. Il dipendente incaricato di prelevare l’elmo nota qualcosa e allerta il direttore. Scattano i controlli, si cerca negli archivi per vedere se quell’iscrizione era stata studiata e interpretata, ma presto appare chiaro che quelle sette lettere che l’incisore aveva vergato a freddo da sinistra a destra componendo la parola “harn ste” all’interno del paranuca non erano mai state studiate. Il motivo rimane un mistero anche perché gli scavi, avviati nel 1928 da Ugo Ferraguti e Raniero Mengarelli, erano stati condotti con estrema cura usando un metodo scientifico dopo anni di saccheggi indiscriminati: “Chissà, forse l’iscrizione non si vedeva -ragiona Nizzo- quando l’elmo è stato recuperato dalla tomba 55 nella necropoli dell’Osteria di Vulci doveva essere incrostato di terra e ossidato”.

 

 

Ansa https://www.ansa.it/sito/notizie/…/scoperta-al-museo-etrusco-lelmo

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